L’ansia è un’emozione indispensabile al corretto funzionamento dell’organismo umano in risposta a stimoli esterni o interni, che consentendo un adattamento funzionale alle richieste ambientali, per questo, in misura maggiore o minore, è comune a tutti gli uomini. La sensazione di ansia viene avvertita da ogni persona con modalità estremamente variegate che hanno in comune un senso vago, diffuso e spiacevole di apprensione; spesso è accompagnata da sintomi somatici a carico del Sistema Nervoso Autonomo come ad esempio palpitazioni, tachicardia, tremori, iperidrosi (cioè sudorazione eccessiva), ecc. ma anche da sintomi psichici e manifestazioni comportamentali con un’incidenza nella popolazione del 2 – 4 %, valore che sale al 20% nella popolazione già affetta da altre patologie.
L’ansia si manifesta in risposta ad una minaccia che è sconosciuta, vaga, interna e per questo differisce dalla paura, emozione che si palesa in risposta ad una minaccia conosciuta. L’esordio del disturbo è vissuto dal soggetto come improvviso, senza cioè la comparsa di altri segnali prodromi, che facciano presagire l’arrivo di un attacco d’ansia. La sintomatologia poi compare in modo relativamente costante con periodi di remissione e di riacutizzazione, interessando qualunque apparato ed inabilitando anche gravemente l’individuo.
I sintomi psichici si manifestano con sensazioni di pericolo, preoccupazioni immotivate, sintomi fobici con paure realistiche rivolte ad affetti, luoghi, situazioni, persone o animali verso cui il soggetto sviluppa un comportamento di evitamento. I disturbi comportamentali con cui l’ansia si può palesare sono rappresentati, fra gli altri, da irrequietezza psicomotoria, irritabilità, deficit attentivi, disturbi del ritmo sonno-veglia e disturbi alimentari.
Esistono strumenti standardizzati (test) di misurazione dell’ansia sia nelle sue manifestazioni sia fisiologiche che patologiche. Si tratta di scale di valutazione costituite da una serie di enunciati descrittivi (items) delle varie componenti dell’ansia che vengono radunati quantitativamente originando una valutazione numerica. L’ansia, in quanto difesa dell’organismo, è osservabile sia nella quotidianità che in contesti clinici, quando cioè supera la soglia della normalità per entrare nella patologia.
Secondo Freud, che studiò le basi psicologiche dell’ansia, questa è un segnale per l’Io rispetto a sollecitazioni pulsionali provenienti dall’Es, che premono per una rappresentazione conscia. In quanto segnale, l’ansia sollecita l’Io ad una azione difensiva contro il materiale pulsionale (potenzialmente distruttivo per un buon equilibrio psichico) affinché questo rimangano a livello inconscio. Se i meccanismi difensivi dell’Io risultano inefficaci nel contenere le spinte pulsionali, vi è la comparsa di un’ansia più intensa e di una sintomatologia di tipo nevrotico. In relazione al processo difensivo che viene attivato, la nevrosi che ne conseguirà potrà esprimersi sotto forma di pensiero ossessivo, rituale compulsivo, manifestazioni isteriche, fobie o altro.
Così come Freud identificò nell’Io il sito psicologico dell’ansia, la neurofisiologia ha identificato nel Locus Ceruleus il suo sito biologico. Il Locus Ceruleus appare regolare il livello d’ansia nell’organismo attraverso l’azione su cellule cerebrali, i neuroni, ad attività inibitoria. Le benzodiazepine, farmaci ansiolitici, sembrano agire in modo analogo sugli stessi neuroni.